lunedì 30 luglio 2007

Post-evangelici

La vasta maggioranza dei credenti emergenti è di provenienza evangelica e mantiene una teologia evangelica.

Ma il movimento è post-evangelico in almeno due sensi:

In primo luogo perché la chiesa emergente tende ad essere sospettosa verso la teologia sistematica. Ciò ovviamente non significa affatto che non ci sia una riflessione sistematica sulla Scrittura e sulla fede, ma che la teologia sembra non essere in grado di trovare un consenso e di apportare sempre più diversità. La caratteristica della Rivelazione è di non essere “sistematica”, ma di presentarsi come una narrativa, una storia, perché nessun linguaggio è capace di cogliere pienamente la Verità di Dio.

In questo senso la grande tradizione della Chiesa universale offre maggiori possibilità di raccontare la verità di Dio, la redenzione in Cristo e l’opera dello Spirito Santo di quanto sia in grado di farlo un sistema teologico o una confessione di fede.

Per questo la chiesa emergente sostiene che la teologia rimane una “conversazione” sulla Verità che è Dio in Cristo Gesù per lo Spirito Santo. Nessuna teologia potrà mai avanzare la pretesa di avere un valore finale o definitivo. In ciò la chiesa emergente è profondamente riformata.

In secondo luogo il movimento è post-evangelico nel senso che contesta la mentalità del “chi è dentro” e “chi è fuori” tipica di molte chiese evangeliche. Anche per chi pensa che esiste una linea di demarcazione invalicabile tra cristiani e non cristiani, questo pensiero porta sofferenza ai credenti emergenti.

Naturalmente ciò non deve essere spinto fino ad inibire la spinta missionaria tipica del cristianesimo evangelico. “A meno che non si proclama la Buona Notizia di Gesù Cristo, non c’è alcuna buona notizia. E se non c’è Buona Notizia, allora non c’è cristianesimo, né emergente, né evangelico.” (Scot McKnight).

Possiamo essere umili in ciò che crediamo e accurati nel definire il reale impegno verso l’Evangelo, ma il fine della chiesa deve rimanere quello di chiamare tutti a seguire Gesù Cristo ed accogliere la sua opera redentiva sulla croce.

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