martedì 29 gennaio 2008

Bibbia e ubbidienza


Vorrei condividere un pensiero di Dietrich Bonhoeffer che ho trovato giorni fa su un libretto di meditazioni quotidiane.


Questo pensiero è posto a commento (non da Bonhoeffer, ma dal curatore della raccolta) di due versetti biblici: "Noi faremo tutto quello che il Signore ha detto e ubbidiremo" (Esodo 24:7) e "Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portarea compimento" (Matteo 5:17).


Il pensiero di Bonhoeffer riguarda specificamente i comandamenti e la legge dell'Antico Testamento, ma evidentemente riguarda tutto il nostro rapporto con la Bibbia.



"In effetti Gesù non ha nulla da aggiungere ai comandamenti di Dio, ma egli li
osserva: è questa l'unica cosa che aggiunge... La legge non è Dio e Dio non è la
legge, così che la legge possa prendere il posto di Dio. Divinizzazione della
legge e legalizzazione di Dio era il peccato d'Israele. Inversamente,
dissacrazione della legge e separazione di Dio dalla sua legge sarebbe stato il
fraintendimento e il peccato dei discepoli. Siccome Gesù è stato il solo a
osservare la legge, egli solo poteva insegnare correttamente la legge e il suo
compimento
."

In effetti questo pensiero è molto utile per riflettere sul contrasto, a volte feroce, tra "fondamentalisti" e "liberali" nell'ambiente evangelico. La risposta è qui: la Bibbia non è Dio, ma essa va ubbidita fino in fondo come fece Gesù. Non dobbiamo né sostituirla a Dio né disinnescarla.