sabato 26 dicembre 2009

Carta per la compassione

Il principio della compassione risiede nel cuore di tutte le tradizioni religiose, etiche e spirituali, e ci chiede di comportarci con gli altri nello stesso modo in cui vorremmo che gli altri si comportassero con noi. La compassione ci spinge senza tregua ad alleviare la sofferenza delle persone, ci fa scendere dal trono posto al centro del nostro mondo per far sì che qualcun’altro possa salirci, ci fa onorare l’inviolabile santità di ogni essere umano, trattando tutti allo stesso modo, senza eccezioni, con assoluta giustizia, equità e rispetto.

E’ altresì necessario, sia nella vita pubblica che in quella privata, trattenersi in modo empatico nell’infliggere dolore. Agire o esprimersi in modo volutamente violento; comportarsi da sciovinisti; concentrarsi sui propri interessi; impoverire, sfruttare o negare i diritti che sono alla base della vita degli esseri umani e incitare all’odio denigrando gli altri – anche se nemici – tutto ciò equivale alla negazione della nostra umanità. Sappiamo di aver fallito nel vivere una vita compassionevole e sappiamo che qualcuno ha persino incrementato la miseria umana in nome della religione.

Per questo chiediamo a uomini e donne

~ di ristabilire la compassione al centro della moralità e della religione

~ di ristabilire l’antico principio secondo il quale sono illegittime le interpretazioni della scrittura in cui si incita alla violenza, all’odio o al disprezzo

~ di assicurare ai giovani un’informazione dettagliata e rispettosa sulle tradizioni, sulle religioni e sulle culture

~ di incoraggiare una visione positiva della diversità culturale e religiosa

~ di essere empatici con chi soffre – persino con chi consideriamo nemico.

In questo nostro mondo polarizzato bisogna urgentemente trasformare la compassione in una forza chiara, luminosa e dinamica. Radicata nella determinazione di trascendere l’egoismo, la compassione può rompere tutti i confini politici, dogmatici, ideologici e religiosi. Nata dalla nostra profonda interdipendenza la compassione e’ essenziale per le relazioni umane e per una piena umanità. E’ il percorso verso la chiarezza ed e’ indispensabile alla creazione di una giusta economia e di una comunità globale pacifica.

lunedì 14 dicembre 2009

Segnali di emergenza - 2

I credenti sono sempre meno attenti alla crescita della chiesa e sempre più sensibili alla trasformazione del proprio ambiente vitale. L’evangelo non è per restare seduti sulle panche, ma per battere le strade. La domanda non è più “come posso far crescere la chiesa”, ma “come posso far crescere il regno di Dio”. L’obiettivo della missione è sempre meno chiamare le persone in chiesa, chiamare le persone a Cristo, e sempre più andare dalle persone, portare Cristo. L’intento evangelistico è sempre meno invitare le persone in chiesa e sempre più infiltrarsi nella società. L’evangelizzazione non è più uno dei programmi della chiesa accanto agli altri, ma è il senso stesso della chiesa che informa ogni sua attività (la chiesa è “missionale”). Gli stessi membri di chiesa dividono i loro contributi tra la chiesa e le altre agenzie di aiuto sociale e molte chiese preferiscono diminuire il contributo alla denominazione per finanziare progetti laici locali come testimonianza della loro presenza sul territorio. Molti vedono la pulizia asettica delle chiese in stridente contrasto con la sporcizia e il degrado delle periferie e una patente contraddizione con la capacità di Gesù di sporcarsi che emerge dai vangeli.