lunedì 10 settembre 2007

Chiesa emergente e cultura

La chiesa emergente, nella sua essenza, è la chiesa attenta alla cultura nella quale vive. Questa attenzione è duplice, da un lato è assunta come un dato di fatto inalienabile, dall’altro è osservata con la consapevolezza di quanto possa diventare oppressiva.

Gesù stesso non ha semplicemente rigettato la cultura a lui contemporanea, anzi, sappiamo quanto egli fosse figlio della sua cultura, un insider. Del resto sappiamo anche quanto fosse poco conformato a quella cultura. Gesù visse inserito in due culture: quella umana e quella del Regno.

Il credente emergente vive nella propria cultura consapevole dei suoi aspetti tossici e capace di immaginare e mettere in pratica stili di vita alternativi; e la comunità cristiana, che assume forme e strutture dalla cultura circostante, deve permettere a quel Regno che attende di porre la propria critica ad ogni raggiungimento umano (qualche volta le chiese tendono a creare delle sub-culture alienate sia dalla cultura, sia dal Regno). La chiesa, come Gesù, deve essere in grado di parlare alla propria generazione ed essere compresa e nello stesso tempo essere portatrice di una visione critica della cultura propria della predicazione del regno di Dio.

La comunità locale è una microsocietà capace di incidere sulla cultura circostante nella misura in cui è capace di vivere le esigenze del Regno. Per questo la comunità deve educare, formare, equipaggiare i propri membri a mettere in pratica l’Evangelo nella propria vita privata: come servire il prossimo, come perdonare, come amare i nemici, come aprire la propria casa, come vivere sobriamente, come consumare responsabilmente… La comunità forma e sostiene ciascun credente in uno stile di vita evangelico che sempre più spesso è sinonimo di alternativo.

La comunità locale è una microsocietà capace di riconciliazione. Gesù insegnò a non chiamare nessuno “nemico” se non Satana e ad abbandonare tutte le lealtà nazionalistiche raccogliendo insieme persone culturalmente estranee e nemiche. La chiesa riconcilia tutte le differenze di razza, età, genere e classe. La chiesa è impegnata in una positiva ricerca di accoglienza del diverso per imparare a vivere la riconciliazione abbandonando il sospetto, il pregiudizio e la preclusione.

La comunità locale è una microsocietà capace di solidarietà. La comunità emergente è maestra nelle discipline spirituali. Essa sa come vegliare sulla propria coerenza, come sostenere nella tentazione, come consolare nella difficoltà, come perdonare nell’errore. I credenti non sono abbandonati a se stessi, ma si sostengono reciprocamente.

Una chiesa fedele, invece di essere succube della cultura, può diventarne il più forte agente di cambiamento.

Nessun commento: