sabato 6 giugno 2009

La "filiera" della fede

La nostra logica ci porta a considerare l’iter del credente in questa direzione: credere – comportarsi – appartenere. Devi prima credere a Gesù Cristo, poi devi dare dimostrazione della tua fede, in ultimo appartieni alla chiesa con tutti i diritti e i doveri attraverso il battesimo. Per molti questo è un dato coerente con la posizione battesimale biblica: ascolti l’evangelo e, in presenza della fede, ricevi il battesimo. Ma questo non è un comandamento.

Perché non pensare di sovvertire questo ordine invitando prima le persone a far parte della comunità, poi lasciando che le persone imparino ad agire da credenti vivendo nella comunità cristiana e solo alla fine chiedere – se la fede è davvero nata – il battesimo come sigillo dello Spirito? Appartenere – comportarsi – credere.

Bisogna dire che nelle chiese ciò di fatto già avviene. Ci sono persone nelle comunità che vivono per anni come “membri” di chiesa, che in chiesa ascoltano l’evangelo, imparano a credere e cominciano a vivere come cristiani in un processo virtuoso di maturazione e che alla fine chiedono di essere battezzate. Solo che oggi, questi credenti vivono in una specie di “limbo” che non è teologicamente definito, che non è regolamentato e che crea imbarazzo ad ogni assemblea di chiesa.

Da un punto di vista biblico non è vero che l’ascolto dell’evangelo avvenga nel vuoto; da un punto di vista teologico sappiamo che l’iniziazione alla vita cristiana è un processo; e dal punto di vista pratico rende la missione l’essenza stessa della vita della chiesa.

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